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Notizie, riflessioni e curiosità dal mondo dell'alta tecnologia del XXI secolo

martedì 12 ottobre 2010

Un anno al decollo per Curiosity



Tra circa un anno da Cape Canaveral decollerà il Mars Science Laboratory, ovvero il nuovo rover destinato ad arrivare sul suolo marziano per effettuare analisi di ogni tipo.

Al momento ci sono quattro siti sul pianeta rosso che potrebbero essere teatro di "ammartaggio" ed il sistema di rilascio sarà molto simile ad un carico fatto scendere da un elicottero "heavy duty".
Un paracadute rallenterà la discesa del rover verso Marte, ed un sistema a razzi farà discendere dolcemente il veicolo fino al suolo.

Sarà equipaggiato con dieci diversi strumenti per esaminare rocce, suolo e l'atmosfera. Un laser sarà dedicato ad esempio a vaporizzare rocce a distanza ed un altro strumento servirà alla ricerca di composti organici.
Ogni singola ruota è dotata di un motore indipendente ed il robot è capace di eseguire curve di 360 gradi.

A causa della necessità di operare a latitudini dove il sole irraggia sensibilmente di meno, non sarà possibile utilizzare esclusivamente energia solare, ma verrà utilizzata una batteria atomica, vero punto d'avanguardia nella moderna gestione energetica ad alta tecnologia.

Le dimensioni del rover questa volta sono davvero ragguardevoli, il robot sarà grande come una Mini Cooper e lungo il doppio dei suoi predecessori Spirit e Opportunity, sul pianeta dal 2004.
Per avere un'idea delle dimensioni basta guardare questa foto del robot in laboratorio:


lunedì 11 ottobre 2010

Il drone che si guida con l'iPhone


 

Parrot AR.Drone è un drone, un velivolo semi-automatico con un software molto interessante, tutto sviluppato dalla Parrot.
E' tecnicamente un quad-copter, ovvero un quadri-cottero, dotato di quattro eliche perchè a differenza di un normale elicottero, che di eliche ne ha solo due, è più stabile, maneggevole ed adatto alle sue piccole dimensioni, al prezzo di consumare più energia per il suo funzionamento.
Il dispositivo è dotato di wi-fi e soprattutto di un software per giocare con la realtà aumentata.
Il software è infatti in grado di sovraimporre effetti speciali sulla scena dove sta volando l'elicottero.
Se volete saperne di più, questo è il link al sito ufficiale.

domenica 10 ottobre 2010

La parola del giorno: olonomico

Dite la verità, chi non usa la parola "olonomico" nel proprio intercalare quotidiano parlando con gli amici? :)
Questa prola strana ha diversi significati in matematica e fisica, ma ciò che ci interessa è il suo significato nel mondo della robotica e della "meccanica di tutti i giorni" ogni volta che prendiamo la nostra auto per andare a fare un giro in centro.

In breve, l'olonomicità è la relazione tra i gradi di libertà controllabili e quelli non controllabili di un robot.
Il grado di libertà è espressione del tipo di movimento che può compiere un oggetto.
Ad esempio un treno avrà un solo grado di libertà, perchè può muoversi solo sull'asse che lo lega ai binari, in avanti o indietro, mentre una palla sul piano avrà due gradi di libertà (ad esempio x e y), più un terzo grado se è capace di ruotare su se stessa e addirittura un quarto se potrà saltare in altezza sul piano z.
Se possiamo controllare tutti i gradi di libertà di un robot (o di un veicolo in genere), parliamo di robot olonomico, altrimenti sarà, con sommo sforzo di fantasia, non-olonomico.

Un robot a due ruote in equilibrio dinamico (basato su segway, ad esempio), sarà olonomico perchè possiamo farlo girare su se stesso e muoverlo quindi in ogni direzione.
Un'automobile invece può muoversi sugli assi x ed y di un ipotetico piano, ed inoltre essere orientata in modi diversi, per un totale di tre gradi di libertà.
Sfortunatamente possiamo però avere solo due gradi di controllo, che sono lo sterzo e il sistema acceleratore-freno, ecco che ci troviamo su di un sistema non-olonomico.
Cosa comporta questo? Ciò che tutti sappiamo: non è possibile far girare un'automobile su se stessa e soprattutto parcheggiare a ruote parallele. Ogni movimento può essere eseguite solo se c'è abbastanza spazio attorno.

La prossima volta che la vostra ragazza, o vostra moglie (non me ne vogliano) distruggerà parte della vostra automobile durante una maldestra manovra di parcheggio, non prendetevela: il problema è che la loro macchina non è olonomica!:)

sabato 9 ottobre 2010

Energia dallo spazio




La situazione italiana e globale rispetto al fabbisogno energetico è critica: dipendiamo dal petrolio e dal carbone molto più di quanto immaginiamo. I combustibili fossili sono inquinanti, pongono seri problemi per il loro controllo a livello geo-politico e soprattutto potrebbero seriamente non bastare se i paesi emergenti aumenteranno i loro consumi come da previsioni.

Le alternative immediate sono costituite dall'energia atomica, dalle fonti rinnovabili e dall'idroelettrico.
L'atomo ci regala energia in quantità, ma anch'esso pone seri problemi di smaltimento delle scorie, costi degli impianti e sicurezza percepita dalla popolazione. Tra le rinnovabili più utilizzate c'è l'eolico, e soprattutto il solare.
Purtroppo la tecnologia moderna fa sì che il rendimento massimo dei pannelli solari sia del 15% circa, questo vuol dire che il restante 85% di energia che ci fornisce il sole, non riesce ad essere convertito dal pannello.
L'idroelettrico è ancora più limitato per fattori puramente geografici, ad esempio in Italia praticamente tutti i "salti" utili sono già stati utilizzati e non ne rimangono di disponibili.

Quali sono allora le alternative per il futuro? Proviamo a pensarci con un occhio scientifico, tralasciando considerazioni socio-politiche: il nucleare a fissione, come lo conosciamo oggi, sembra una buona soluzione nel breve termine, ma sarebbe di gran lunga più auspicabile migliorare il rendimento e la "pulizia" passando a meccanismi che utilizzino la fusione nucleare in luogo della fissione.
Purtroppo la fusione è ancora un campo di ricerca in cui c'è molto da fare prima di avere a disposizione un sistema in grado di produrre efficientemente energia.

Ma c'è un'altra alternativa nel nostro futuro, che potrebbe vedere la luce in un tempo forse remoto, ma forse no: le solar farm orbitali, ne potete sapere di più dopo il break.